GIOCHI PERICOLOSI

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Giochi pericolosi”

E’ in arrivo l’autunno, e insieme alle prime foglie cominciano a cadere i veli che coprono i piani dei poteri forti; la tattica è la solita: repressione preventiva contro quelli che vengono definiti “soggetti socialmente pericolosi”; infamazione e diffamazione tramite carta stampata, web e tutto ciò tramite cui si può ubriacare l’opinione pubblica; disinformazione spacciata per informazione.

Una tattica cui ormai siamo abituati, quasi fosse un passaggio obbligato durante l’anno. Spesso negli ultimi tempi abbiamo assistito a pratiche di fermo coatto, giustificate dalle forze dell’ordine tramite leggi che risalgono al ventennio fascista o, quando posteriori, ne mantengono lo scopo e la sostanza. L’obiettivo è chiaro: ridurre il dissenso al minimo, anzi, azzerarlo totalmente . Il filo che collega il manganello a tali misure repressive, misure legali solo nella forma ma distanti anni luce dal buon senso, è molto sottile. In effetti si potrebbe asserire che tali forme di ”prevenzione” non sono che l’altra faccia della medaglia del fendente di un manganello. La differenza è una: con uno ci si sporca le mani, con l’altra un po’ meno. O ancor di più, l’aspetto “legalitario” della faccenda serve proprio per creare il clima adatto rispetto l’opinione pubblica, rispetto i cittadini; il gioco è questo: si fa una prima scrematura per vie giuridiche, che servono a mettere in mostra la “salda morale” e la “buona fede” delle forze dell’ordine, cosicché quando il resto della protesta, ormai sfiancata, decimata e infamata, viene represso con le maniere forti, con la fisicità e con lacrimogeni, l’opinione pubblica non si scandalizza, ed anzi, prende le difese di chi si è visto”costretto” ad usare quei metodi barbari.

E’ questa l’unica risposta che si è stati in grado di dare a chi, senza lavoro, senza una casa, senza i principali beni che uno stato democratico dovrebbe garantire, ha fatto notare la mancanza di questi. Di chi la protesta l’ha fatta sentire proprio a coloro che si fanno portatori di giustizia e legalità, termini di cui oggi si abusa, e che vengono quotidianamente strumentalizzati. Ma una sordità e una cecità molto artificiali trapelano dai palazzi del potere, palazzi affollati sempre più da tecnici, da giuristi, lontani anni luce dalla cittadinanza e sempre più indaffarati nella ricerca di scappatoie per i propri interessi e i propri profitti, incapaci di far fronte ad una crisi che, come al solito, pesa sulle teste dei meno abbienti, di chi con la creazione della stessa non c’entra nulla.

E’ ora di far sentire ancora più forte e con più veemenza la nostra voce, dimostrando che non sono i loro piani che fermeranno la nostra lotta. E’ ora di smetterla con le distinzioni tra buoni e cattivi: è ciò che i poteri forti cercano di ottenere, attuando la solita trappola della “guerra tra poveri”. E’ ora di smetterla con questi giochi di potere, perché quando la crisi ti morde e non riesci a progettare il tuo futuro, hai poca voglia di giocare.

Lunedì ore 19 trasmissione di approfondimento su www.radiodefault.it, Stay tuned

 

 

 

 

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