Quando l’ingiustizia è così manifesta non possiamo far altro che accrescere la nostra complicità e solidarietà.
Il 18 Luglio c’ è stata la sentenza del processo che vedeva coinvolti i nostri amici e compagni Adriano e Gianluca. Il giudice D’Alessandro ha deciso di condannare Adriano a 3 anni e 8 mesi e Gianluca a 6 anni.
Quello del 18 è stato un processo che ha dimostrato, sin dall’ inizio, tutta la sua superficialità e la sua ingiustizia: condotto a porte chiuse e in videoconferenza.
La videoconferenza non lede solo i diritti basilari di una persona ma ha l’obiettivo di annichilire l’individuo che si trova a dover affrontare un processo. L’imputato, infatti, non è più un essere umano ma uno schermo. A voi le conclusioni.
Adriano e Gianluca hanno deciso di non presenziare al processo da un video, hanno deciso di sottrarsi a questo gioco.
Lo stesso giorno si svolgeva a piazzale Clodio il secondo processo farsa per i fatti del CIPE che ha visto coinvolti Roberto Aurel Omar e Paolo. Accusati di resistenza e lesioni dopo una manifestazione di massa contro i finanziamenti delle opere di compensazione del Tav, sono stati condannati nonostante il pm avesse chiesto l’ assoluzione.
Anche in questo caso si rende palese un accanimento che fa riflettere e mostra per l’ennesima volta una magistratura al servizio dei poteri forti.
L’attacco verso Gianluca e Adriano, a Roberto, Omar, Aurel e Paolo è un aggressione a tutti noi
Complici e Solidali come sempre.
Liberi tutti!