Cerroni non si smentisce mai. Nonostante sia iniziato il suo processo con capi d’accusa come associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti e truffa, il dominus dei rifiuti del Lazio, continua a non mollare l’osso.
I fatti accaduti a Luglio ci dicono come il re della monnezza, voglia ancora dettare le sue volontà. Il processo a suo carico e alla sua cricca, ha riconosciuto come parti civili chi ha lottato in questi anni contro la discarica di Roncigliano e l’ipotesi di realizzazione di un inceneritore insieme a diversi Comuni dei castelli romani, truffati da fatturazioni maggiorate.
A settembre riprenderanno le udienze, ci sarà il rito abbreviato. Il pool di avvocati sfoderato da Cerroni e c. ha addirittura sollevato un problema di incostituzionalità. Inoltre il collegio di difensori ha ottenuto, sempre nell’ultima udienza che la Pontina Ambiente, la srl che fa capo al gruppo Cerroni, venga esclusa dal procedimento quale responsabile civile. Il 17 settembre vedremo se verrà accolta o meno questa eccezione di incostituzionalità.
Sempre a Luglio, Cerroni ha incassato altre due vittorie presso il TAR. È riuscito ad annullare l’ordinanza del Prefetto di interdittiva antimafia per i suoi impianti e ha ottenuto la sospensiva del provvedimento del GSE (gestore del sistema elettrico) che scioglieva la convenzione preliminare col COEMA, atto che finora gli impediva l’accesso ai 400 milioni di finanziamento pubblico per la realizzazione dell’inceneritore di Albano. Solo a maggio 2015, sapremo se il TAR arrivando a sentenza definitiva, confermerà o meno l’annullamento della convenzione GSE-COEMA. Il fatto grave è che ora Cerroni se volesse fare delle forzature per continuare a ricattarci, potrebbe iniziare il cantiere dell’inceneritore pur di metter le mani sui soldi pubblici dei CIP6, soldi di tutti noi.
Intanto in Parlamento è passato il decreto competitività, che assegna al Presidente della Regione Lazio, Zingaretti pieni poteri per l’emergenza rifiuti. Avrà poteri straordinari, come nelle migliori tradizioni dei commissariamenti e avrà pieni poteri anche di requisire gli impianti esistenti. Vedremo se Zingaretti sarà coerente con quanto dichiarato a dicembre 2013, durante la presentazione del rapporto annuale di Confservizi, ovvero che alla Regione Lazio non servono nuovi impianti di incenerimento. Oggi , il Presidente Zingaretti per essere coerente, dovrebbe ritirare l’AIA (autorizzazione integrata ambientale), altro strumento che permetterebbe la cantierizzazione dell’inceneritore di Albano.
Infine, rimane ancora aperta la vicenda dei rifiuti di Roma. Marino non vorrebbe una nuova discarica nel suo Comune. Zingaretti non vorrebbe la nuova discarica di Roma, nel territorio regionale. Sempre a Luglio è spuntata l’ipotesi di Aprilia. Vorrebbero allargare quelle già esistenti in provincia: Roncigliano, Cupinoro, Guidonia.
Invece di giocare al gioco del cerino, sarebbe ora che si ragionasse seriamente su come costruire una filiera dei rifiuti senza più discariche, iniziare cronoprogrammi per la loro chiusura e relativa bonifica.
Se non altro perché la gestione delle discariche del Lazio è stata disastrosa, sono delle vere bombe ecologiche impiantate sul nostro territorio.
A conferma di questo, a Luglio i Noe hanno notificato tre avvisi di garanzia per due ex dirigenti della Regione Lazio: Luca Fegatelli (Area Rifiuti), Raniero De Filippis (Dipartimento Territorio e Ambiente) e per l’ingegner Francesco Rando, braccio destro del “ras” della monnezza Manlio Cerroni e storico amministratore delegato della società Pontina Ambiente srl, proprietaria del sito. L’indagine riguarda l’iter amministrativo che ha portato all’autorizzazione, realizzazione, messa in esercizio e collaudo del VII invaso della discarica di Roncigliano. Tutti e tre già sotto processo per traffico illecito di rifiuti.
Mentre Cerroni così continua a giocare la sua partita, a continuare a essere perseguitati e criminalizzati rimangono coloro che hanno animato le battaglie NO INC di questo territorio. Il 29 Gennaio presso il Tribunale di Velletri si aprirà il processo nei confronti di una quindicina di attivisti, accusati di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. I fatti risalgono ad Aprile 2012, quando a fine di un numerosissimo corteo per le vie di Albano le forze dell’ordine attaccarono ingiustificatamente diversi manifestanti.
Ancora una volta si conferma una idea di legalità ad un unica direzione. Clemente e comprensibile, con chi ha potere, soldi e magari inquina e devasta. Inesorabile e giustizialista con chi resiste agli scempi di discariche e inceneritori e vorrebbe trasparenza e partecipazione nelle decisioni che riguardano il futuro di tutti.
Mentre settembre si avvicina, intanto invitiamo tutt* a monitorare il sito di Roncigliano per evitare, sopratutto d’estate, spiacevoli sorprese.