Il 14 novembre non ci troverete alla cassa dei supermercati, non risponderemo dai call center, non faremo fotocopie per nessuno, non ci vedrete fatturare per ricevere lo stipendio, puliremo le scale dei condomini, non passeremo la pratica al collega, non ci troverete nei laboratori delle università. O forse si. Probabilmente ci troverete in tutti questi posti perchè chi è precario non può permettersi di scioperare. Al massimo chi potrà si prenderà una giornata di ferie… ma
nulla di tutto questo è scontato. Questo perchè il mondo del lavoro che abbiamo davanti è un mondo di ricatti e guerre tra poveri.
Per questo oggi siamo in piazza. Anche per chi non può. Vogliamo ribadire che la ricetta del governo Renzi produrrà solo effetti negativi. Questo perchè ogni giorno vediamo che le strade intraprese per uscire dalla crisi economica sono edificate da coloro che questa crisi l’hanno provocata. Non si parla con le rappresentanze sindacali (che comunque hanno mostrato diversi limiti nell’interpretazione del precariato) ma si costruiscono tavoli con imprenditori che ormai curano
più gli aspetti finanziari che i prodotti da loro stessi venduti. Il lavoratore torna ad essere manodopera sfruttabile che deve costare il meno possibile e di cui ci si possa sbarazzare senza troppi problemi…questa è la sintesi dei provvedimenti del governo.
Mentre il mondo dell’istruzione e della ricerca inizia a risentire dei provvedimenti voluti dalla Gelmini, portano avanti un’idea di saperi tutti finalizzati alla ricerca si, ma del massimo profitto possibile.
Creano iniquità nel mondo della scuola dividendola in buona e cattiva attraverso uno strumento come l’INVALSI. Passando per l’ingresso dei privati all’interno delle scuole e il massiccio finanziamento delle scuole private. Si arriva quindi all’univeristà alla quale è affidato il compito di svuotare ulteriormente l’individualità e minimizzare la conoscenza critica al fine di avere una classe dirigente fatta di yesman
e puramente nozionistica … Tutto questo tornando a rendere
l’università un privilegio per ceti alti della società, come dimostrano i continui innalzamenti delle tasse e i trabocchetti per sfilare sempre più soldi agli studenti (un esempio ne sono i costi assurdi per i test d’ingresso o il pagamento per la richiesta tesi!)
Un governo che tenta di rispondere ad una crisi capitalista con una ricetta ultraliberista. L’adesione e la resa incondizionata davanti al TTIP ne è un’altra prova. Nell’idea di una società basata sui consumi è sempre più pesante la corsa al ribasso sia economico che qualitativo.
Con questo trattato vedremo un’invasione di prodotti “non sicuri”, per esempio crollerà in maniera definitiva la barriera contro i prodotti OGM.
I nostri territori, già minacciati economicamente, sono diventati un altro pezzo importante di profittabilità. Questo è il senso delle politiche in materia ambientale di questo governo, in continuità con quelli precedenti, chiamate falsamente «green economy». Con il ricatto della creazione di nuovi posti di lavoro il modello di sviluppo che ci viene proposto è basato su inceneritori, discariche, grandi opere e
cementificazione. Siamo convinti che crisi ambientale ed economica siano legate dalle stesse cause ed che insieme vanno affrontate.
È necessario che le persone che vivono e lavorano sui territori siano coloro che in prima persona si riappropino del loro diritto a vivere in ambienti sani, scelgano che tipo di sviluppo conseguire e rispediscano al mittente la contrapposizione tra lavoro e salvaguardia di ambiente, salute e qualità della vita.
Per tutto questo oggi più che mai è necessario bloccare questo governo.
Oggi ci troverete qui, anche per chi non potrà scioperare per dire basta alle ricette neoliberiste di Renzi.