A quasi un mese di distanza dall’occupazione degli studenti e delle studentesse del liceo Cicerone di Frascati per contestare la riforma della “buona scuola” di Renzi, continuano le manovre per soffocare il pensiero critico di studentesse e studenti che non considerano la buona scuola una riforma, ma l’ennesimo intervento di abbattimento dei pilastri della scuola pubblica italiana.
I provvedimenti presi nei loro confronti appaiono goffi e senza criterio: la sospensione e la scelta di mettere il 6 in condotta al primo e al secondo quadrimestre, infatti, sono state prese il 4 dicembre, in modo aprioristico e preventivo dalla dirigente e da un consiglio di professori che sperava così di mettere a tacere la protesta. Questi atti oltre a risultare illegali, come nel caso del 6 in condotta in entrambi i quadrimestri, risultano anche un tentativo confuso e a tratti patetico di un dirigente che non sa far fronte al dissenso, ma che soprattutto non è disposto ad ascoltarlo. Ridicolo, inoltre, risulta anche il criterio di “scelta” di chi sospendere o meno, dato che dei 150 studenti e studentesse occupanti ne sono stati sospesi 20. Alla domanda degli studenti e studentesse colpiti da tale scelta sul perché ti tale differenziazione, la dirigente risponde con un misterioso “non ve lo posso dire”, sottolineando ancora una volta la sua incompetenza e la sua confusione. Ma oltre alla loro componente ridicola, tali azioni rimarcano il tentativo di voler attutire, se non reprimere, qualsiasi forma di dissenso, in modo del tutto incondizionato e di voler mettere alle strette chi si rifiuta di accettare passivamente lo smantellamento della scuola pubblica italiana e di chi si rende conto che la scuola non si costruisce con dei commenti su una pagina del ministero, ma la si pratica tutti i giorni, vivendola, frequentandola e soprattutto determinandola da dentro. Chi meglio degli studenti e delle studentesse potrebbe far ciò? La protesta dei ragazzi e delle ragazze del Cicerone di Frascati si colloca all’interno di un percorso di mobilitazione che ha visto coinvolte diverse scuole dei castelli romani e di Roma, che hanno scelto di porsi dalla parte del dissenso, perchè sanno che la scuola si autodetermina e che la buona scuola, sono loro. A queste studentesse e questi studenti esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza perché la lotta per una scuola pubblica, laica e di qualità è anche la nostra.
O.P.S. – Occupazioni Precar* Student*
Castelli Romani