Non passa giorno che per le strade non si respiri lo stesso malessere. La crisi, le tasse, la disoccupazione, i soliti noti che rubano e mangiano alle nostre spalle. Bisognerebbe ribellarsi! Ci vorrebbe una rivoluzione! Basta farsi mettere i piedi in testa!
Sembrerebbe a tutti così semplice. Se il popolo è affamato, è giusto ribellarsi ai governanti. Facile a dirsi, difficile a farsi.
Forse a volte non ce ne accorgiamo, eppure ogni giorno in tante strade e piazze d’Italia e del mondo, sono in molti a non rassegnarsi. A immaginare ancora una società più giusta, più uguale dove il diritto al reddito, alla scuola, alla salute e ad un ambiente pulito siano prioritari per soddisfare i bisogni di tutti.
Però oggi a chi occupa una casa perché la banca gliela ha portata via, a chi si oppone alle grandi opere inutili per difendere l’ambiente, a chi non vuole vedere privatizzata la propria scuola, si risponde con criminalizzazione e repressione.
In molte battaglie a difesa dell’ambiente sono scattate accuse di terrorismo e sono stati rispolverati vecchi reati introdotti durante il regime fascista. È successo in Val Susa e purtroppo è successo anche qui da noi ai Castelli romani.
Accuse spesso servite a nascondere ben altre magagne. In Val Susa l’infiltrazione mafiosa negli appalti della Tav sembrerebbe confermata da più fonti. Qui da noi invece sono stati arrestati i padroni (Cerroni) e i gestori (Siciliano) della discarica di Roncigliano, per truffa. Oltre ad aver inquinato le nostre terre e le nostre acque, hanno pure rubato soldi ai nostri Comuni per sovra fatturazione.
Per qualcuno però il pericolo per il nostro territorio è una presunta cellula anarco-insurrezionalista, composta da due ragazzi, uno di Albano, Adriano, l’altro di Frascati, Gianluca. Accusati di ben 13 attentati, da settembre si trovano in regime di alta sicurezza, uno nel carcere di Ferrara, l’altro in quello di Alessandria.L’imputazione del 270bis permette di tenerli incarcerati preventivamente e in un regime di isolamento che li tiene lontani dal resto dei detenuti. Tra le accuse, un azione di sabotaggio presso la discarica di Roncigliano, dove la puzza di monnezza si mischia con quella del malaffare, come le cronache dei mesi scorsi hanno confermato.
IL 26 Marzo questi due ragazzi, si troveranno ad affrontare un udienza preliminare a porte chiuse, come i mafiosi più pericolosi.
Questa storia conferma come anche ai Castelli romani, come in altre parti d’Italia, il diritto alla resistenza vuole essere messo sotto processo.
Liberi tutti, le lotte non si arrestano!
AMIC* E COMPAGN* DI ADRIANO E GIANLUCA
Pingback: Terrorizzare e reprimere (parte III)
Pingback: Terrorizzare e reprimere. [Terza parte] | Osservatorio sulla Repressione
Pingback: Terrorizzare e reprimere. Il terrorismo come strumento repressivo in perenne estensione (terza parte) | contromaelstrom