Mercoledi 9 aprile, durante il consueto appuntamento con O.P.S. Connecting Fights, la trasmissione a cura di Occupazioni Precari Studenti in onda su www.radiodefault.it, ospiteremo la terza tappa dell’EXPROPRIO TOUR che la rete di Communia sta portando in giro per l’Italia per raccontare quali verità si celino dietro EXPO 2015.
Di seguito l’articolo che presenta l’iniziativa che potete trovare su www.communianet.org
Potete ascoltarci in diretta su www.radiodefault.it dalle 19 o raggiungerci nella sede della radio in Via F.Guidobaldi, 56 – Genzano di Roma.
Già ben prima di Expo abbiamo visto i risultati dei diversi piani di governo del territorio, strumento di controllo e speculazione, e certamente non di partecipazione democratica di chi quei territori li abita. Da Milano a Mantova, da Roma a Salerno la cementificazione selvaggia ha colpito le aree urbane come quelle agricole. La speculazione non si è fermata però al cemento: basta pensare al business dei rifiuti, che martoria la Lombardia come la Calabria. Sempre più inceneritori devastano le nostre terre, minacciando le vite di tutti per il profitto di pochi. Dicendo no al biocidio e alla devastazione territoriale, abbiamo preteso e continuiamo a pretendere bonifiche reali e controllate dal basso, piani alternativi di smaltimento dei rifiuti e di pianificazione urbana.
Anche e soprattutto ora che siamo stati bloccati in una spirale di speculazione e sfruttamento che investe ogni aspetto delle nostre vite – tra cui la perdita della sovranità alimentare, “nutrire il pianeta” come vorrebbe l’idea baluardo di Expo2015 – rivendichiamo sostenibilità ambientaleper tutt*, non per quei pochi a cui Expo parla. Pretendiamo sostenibilità lavorativa, che è l’esatto contrario di quello che fa Coop, partner commerciale di Expo2015. Non ci interessa un “supermercato del futuro” con imprenditori più ricchi e lavoratori più sfruttati.
Pretendiamo lo sfruttamento zero e iniziamo a costruirlo dalle pratiche quotidiane, lo portiamo avanti a partire da esperienze di mutuo soccorso con le realtà che già si battono sui territori, come Sos Rosarno che da anni combatte contro lo sfruttamento bracciantile in Calabria e ora ha trovato un accordo “fuorimercato” con i lavoratori e le lavoratrici della Ri-Maflow, fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio (MI).
Continuiamo da qui, non stancandoci di“rimettere in discussione la proprietà socializzando il lavoro e i profitti in una prospettiva ecologica”, partendo dal riuso di spazi recuperati, che parlino di riappropriazione sociale, autogestione, mutuo soccorso. Questa continua ad essere l’unica risposta possibile e praticabile al ricatto del debito pubblico, a cui daremo voce ancor più forte a maggio, durante la settimana di mobilitazione internazionale lanciata da Blockupy, alla quale parteciperemo.
Come Expo 2015 ci insegna, debito e precarietà sono entrati prepotentemente anche nel mondo della formazione, università in testa. Stages e tirocini non retribuiti saranno infatti il grande cilindro magico dell’esposizione, da cui tirar fuori 18.500 lavoratori e lavoratrici “volontari”. La premessa ideologica è semplice e dichiarata: rendere i luoghi del sapere funzionali alle esigenze delle imprese. Come studentesse e studenti precar* abbiamo lanciato una campagna, #UniVsExpo, coscienti che Expo sarà soltanto l’esemplificazione massima di questi processi all’interno dei luoghi della formazione. Nemmeno a questo però ci arrendiamo: vogliamo che gli atenei siano luoghi di formazione e condivisione di saperi e ci impegnamo a decostruirli e ricostruirli dal basso, attraverso il mutuo soccorso e l’autorganizzazione.
Non ci arrendiamo all’esproprio politico e sociale che colpisce lavoratori e lavoratrici, precari e precarie, migranti, donne, soggetti lgbit. Ci opponiamo a Expo, che di questo processo è l’esemplificazione massima.
La rete di Communia si mette in moto e dà vita all’Exproprio tour. Saremo nelle università e nei luoghi di formazione, nelle fabbriche e negli spazi recuperati, nei parchi e nei territori devastati. Da Bari a Verona, da Salerno a Viareggio, per poi ripetere tutt* insieme il 1 maggio a Milano, alla MayDay2014, che “le nostre vite valgono più dei loro profitti”.