Il 5 giugno si è aperto il processo contro Cerroni ed i suoi scagnozzi per i loro accaparramenti illeciti nella gestione dei rifiuti laziali e per l’inquinamento di terreni ed acque provocati dal loro sistema corrotto. Il primo round di questo processo si è chiuso con un rinvio dell’udienza a fine giugno a causa dei numerosi enti locali, negli ultimi anni spesso assenti, silenziosi o conniventi, che si sono costituiti come parti civili.
La stampa locale e nazionale sta dando un grande risalto a questo procedimento giudiziario quasi a far sembrare che la giustizia faccia finalmente il suo corso, ma noi di questo non ne siamo troppo sicuri.
Il circo mediatico montato in questi giorni sta mettendo al centro esclusivamente Cerroni ed il suo “cerchio magico” di faccendieri, facendo sembrare risolutiva la condanna di un ultraottantenne, per quanto responsabile e complice. In realtà le devastazioni ambientali e le sottrazioni indebite di denaro sono avvenute grazie alla complicità attiva dei vari governi locali, provinciali e comunali, di centrodestra e di centrosinistra, che hanno sempre creduto nel “metodo Cerroni”, di fatto permettendogli di essere il monopolista del business dei rifiuti di gestire i propri conti in totale opacità.
Le vicende di questi mesi dimostrano come gli interessi privati, in accordo con la politica, siano incompatibili con la gestione di un servizio pubblico di fondamentale importanza come quello della gestione del ciclo dei rifiuti. Sin dal 2007 era lampante come l’inceneritore di Albano fosse solo il primo passo per costruire una grande holding, comprendente AMA ed ACEA che detenesse i principali servizi pubblici locali, immondizia, acqua ed energia. Questo sogno, all’epoca coadiuvato dalle giunte Veltroni e Marrazzo, è definitivamente tramontato con il blocco dei finanziamenti per l’impianto di Roncigliano, ottenuto con 7 anni di strenue lotte sul nostro territorio. Malgrado ciò il nuovo governo Renzi sembra già pronto a rilanciare un piano di privatizzazioni su scala nazionale, con il rischio di veder sostituire l’attuale patron dei rifiuti con il non migliore Caltagirone.
Per noi è fondamentale rimettere la componente pubblica al centro della gestione dei servizi locali, che devono essere estranei al concetto di profitto e vedere invece un serrato controllo popolare che vigili su di essi.
I tribunali parlano delle devastazioni avvenute ma non si occupano dei territori ormai devastati. Per noi è imprescindibile il concetto per cui chi ha inquinato debba pagare per il risanamento di quelle aree, Roncigliano e Malagrotta in primis, che per più di 30 anni sono state saccheggiate e violentate per i profitti di pochi imprenditori. Ovviamente le bonifiche non dovranno essere affidate agli stessi che in passato hanno rubato ed inquinato, per cui a maggior ragione bisognerà avviare una battaglia per una gestione pubblica e partecipata dei servizi pubblici.
CONTRO DISCARICHE ED INCENERITORI!
FUORI I PROFITTI DAI NOSTRI TERRITORI!