NO! No all’accordo – Che cessino i negoziati

bannerA seguito dell’annuncio da parte del governo greco di SYRIZA-ANEL pubblichiamo il comunicato diramato dal comitato centrale dell’Organizzazione dei comunisti internazionalisti di Grecia – Spartaco (OKDE-SPARTAKOS), sezione ellenica della Quarta Internazionale ed organizzazione federata nella Coalizione della Sinistra Anticapitalista per il Rovesciamento (ANT.AR.SY.A.).

Decisione del Comitato Centrale dell’OKDE-SPARTAKOS (28/06/2015)

Il governo greco, malgrado i suoi continui sforzi, non è riuscito ad ottenere la fiducia delle istituzioni (UE e FMI) ed il favore delle classi borghesi egemoni d’Europa. Le promesse di ripagare il debito “completamente e puntualmente” e la rinuncia ad azioni unilaterali, come anche a qualsiasi misura contraria al normale andamento capitalistico, non sono bastate.
SYRIZA ha adottato sempre più provvedimenti e riforme in accordo con i memorandum (privatizzazioni, aumenti dell’età pensionabile, riduzioni de facto dei salari e delle pensioni, aumenti dell’IVA sui prodotti di consumo di massa etcetera). Comunque l’UE e l’FMI, insieme ai loro referenti greci, non vogliono solamente delle misure draconiane ma anche distruggere qualsiasi speranza (ed illusione) che si è riflettuta nell’ascesa di un governo eletto con la parola d’ordine di porre fine ai memorandum, anche se questo slogan è stato messo da parte il giorno dopo le elezioni.

Quindi la dirigenza di SYRIZA era in un vicolo cieco: incapace di siglare la propria condanna a morte politica, vale a dire un accordo così vergognoso che avrebbe condotto il partito a subire lo stesso destino del PASOK di George Papandreou, e sotto la pressione delle richieste del movimento operaio il governo ha lanciato un referendum. Non ci facciamo illusioni sulle intenzioni o la capacità di SYRIZA di entrare in conflitto con gli interessi del capitale e delle istituzioni capitaliste, comunque votare NO alle proposte della trojka potrebbe aprire, con delle condizioni appropriate, un nuovo vortice di crisi politica del sistema che ci sfrutta e ci opprime.

Nei prossimi giorni i partiti tradizionali del capitale, Nea Demokratia, il PASOK e l’ultraliberista POTAMI, che tutti insieme reagiscono ferocemente a qualsiasi tassazione dei profitti delle aziende e dei redditi più alti e che chiedono salari ancora più bassi, inizieranno a scagliarsi in ogni modo possibile contro il presunto disastro che porterà il rifiuto della proposta delle istituzioni europee. Faranno un ricatto becero impugnando il presunto disastro di un’uscita dall’eurozona. Comunque la classe operaia ha già visto il vero disastro: le misure di austerità e le aggressioni capitaliste. La classe operaia non può e non deve essere spaventata perchè non ha nulla da perdere da una crisi generale dell’eurozona. Al contrario quando il capitalismo, il sistema che ci sfrutta, trema noi prepariamo la battaglia. Ciò che ci verrà da una rottura con l’UE e l’FMI non saranno paura e disperazione, bensì fiducia e voglia di lottare.

Questa rottura non potrà avvenire solo votando: come le elezioni non sarebbero state la soluzione magica per togliersi di dosso l’austerità così non potrà esserlo il referendum. Nei prossimi giorni dobbiamo ritrovarci nelle strade per fronteggiare le adunate pro-capitaliste come “Noi stiamo in Europa”, ma anche per assicurare che ci sia una vera rottura e che questo referendum non sia solo una manovra di Tsipras e della dirigenza di SYRIZA per negoziare. Inoltre non dobbiamo illuderci: se non fosse stato per le mobilitazioni di massa, non solo le più recenti ma soprattutto quelle degli anni passati, non ci sarebbe stato nessun blocco delle istituzioni ed i memorandum sarebbero stati applicati tranquillamente.

Il nostro NO alle proposte della trojka non è in alcun modo un voto di fiducia al governo di SYRIZA e di ANEL. Inoltre le loro proposte, il testo di 47 pagine e gli emendamenti successivi, sono anch’esse totalmente inaccettabili e rappresentano un nuovo memorandum, forse un po’ più dolce ma che comprende nuovi tagli e privatizzazioni. Oggi su alcuni temi le proposte del governo sono anche più reazionarie di quelle delle istituzioni europee: il mantenimento delle spese militari e delle agevolazioni fiscali per gli armatori. Diremo NO anche a queste proposte con le nostre lotte.

Domenica 5 luglio noi voteremo NO.

NO, per aprire una crepa e non iniziare un nuovo giro di negoziati

NO, nelle strade e non solo nell’urna

NO a questo e ad ogni accordo

NO a tutta l’eurozona, l’UE e l’FMI e non solo alle loro proposte

NO alla Trojka ma anche a qualunque altro amministratore dello stesso sistema

Questa voce è stata pubblicata in comunicati e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.