Ai Castelli nessuno è straniero

Nonostante i tentativi di alcuni partiti xenofobi di mettere in scena allarmismi contro l’immigrazione, la risposta che viene data dall’ultima iniziativa ai Castelli Romani è forte e chiara: il nostro territorio è solidale e antirazzista. A dimostrarlo non è stato solo il numero dei partecipanti, ma anche il tipo di relazioni che sono state costruite nella giornata.
La trentina di rifugiati, che tutt’ora si trovano alloggiati presso l’istituto di Pia Marta a Cecchina, giovedì 23 luglio sono stati i protagonisti di un’iniziativa che ha permesso a tutti gli invitati di conoscere parte delle loro culture. Numerosi piatti tipici e musiche si sono alternate tutto il giorno, intervallati soltanto da un momento di dibattito, che nel complesso hanno permesso un’integrazione sincera e dal basso, che non è cosa da poco visto il clima di odio di questi tempi.

Fenomeni come la globalizzazione e l’espansione delle città non hanno risparmiato questo territorio, che in parte viene sempre di più attratto dall’espansione della periferia romana e dall’altra è attraversato da una serie di cambiamenti che ne hanno messo in discussione gli aspetti più tradizionali. La dinamica che ha portato gli stranieri a raggiungere anche i comuni minori del nostro paese comunque va ricondotta alla progressiva espansione delle metropoli italiane, ma anche a fenomeni di espulsione della popolazione meno abbiente, indotta a trasferirsi in zone della città sempre più distanti dal centro. I territori e le periferie però a loro volta sono oggetto di una serie di attacchi che li ha impoveriti sempre di più, tagliando sul welfare, sulla sanità, sull’istruzione e sul lavoro.

In questi contesti è facile seminare la paura del diverso e dell’immigrato, proprio perché è uno dei soggetti più deboli, ma non è altrettanto facile ricordare che tali rifugiati provengono proprio da zone che nel corso del novecento sono state destabilizzate proprio dall’occidente. Chi però soffia sul fuoco, alimentando tensioni e conflitti, sono le stesse persone che sull’immigrato vuole fare profitto: non cambia la sostanza tra l’imprenditore che vuole lavoratori con salari sempre più bassi e personaggi come Buzzi che hanno speculato sulle cooperative d’accoglienza.

Ad oggi possiamo affermare che sappiamo riconoscere bene la differenza tra sfruttati e sfruttatori, tra chi cerca di far distogliere l’attenzione dai reali problemi e alimentare una guerra tra poveri e chi ogni giorno si vede deprivato di sempre più diritti.
L’arrivo di altri rifugiati a Settembre non ci spaventa, anzi sappiamo bene quanta ricchezza possano portare sui nostri territori.

BENVENUTO AI RIFUGIATI!

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