L’estate sembra essere il periodo migliore per far passare pesanti provvedimenti che vanno contro gli interessi della popolazione: Job’s act, Sblocca-Italia e la Buona Scuola sono solo alcuni recenti esempi.
Lo scorso 29 giugno, infatti, il governo ha approvato 4 decreti attuativi dello Sblocca-Italia (ricordiamo che era stato già pubblicato un piccolo approfondimento).
In estrema sintesi tale decreto è un attacco a tutto tondo ai territori e a chi li abita. Ciò che stupisce è la facilità con cui sarà possibile devastare: da una parte utilizzando la retorica della semplificazione amministrativa e dall’ altra dichiarando impianti e terreni “ di interesse strategico per la nazione”. La realizzazione di un’opera considerata strategica infatti non può essere bloccata dal semplice parere negativo di una amministrazione: grazie alla retorica dell’emergenzialità, la decisione verrebbe rimessa ad un Commissario che avrebbe 15 giorni per decidere l’eventuale concessione.
Con lo Sblocca-Italia e i rispettivi decreti attuativi si vorrebbe svendere il patrimonio immobiliare, rilanciare le grandi opere, agevolare le procedure di trivellazione per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi, deregolamentare gli interventi edilizi, rilanciare la politica di incenerimento dei rifiuti.
L’art 35 del decreto prevede la possibilità di costruire 12 nuovi impianti di incenerimento rifiuti, e la possibilità di concedere soldi per gli impianti già precedentemente autorizzati. Per la buona pace dei comuni virtuosi che invece hanno avviato la raccolta differenziata. Nel Lazio sono 3 le strutture che potrebbero essere risbloccate: parliamo di Malagrotta, Roncigliano e San Vittore.
Dopo anni di battaglie per fermare il progetto di inceneritore e per far chiudere la vergognosa discarica di Roncigliano, siamo nuovamente in ballo.
Secondo l’articolo 6, contenuto in uno dei decreti attuativi, è prevista la trasformazione della discarica di Roncigliano ad una zona di interesse strategico nazionale.
Altra questione su cui porre attenzione e che segna un altro passo verso la realizzazione dell’ impianto è l’accoglimento da parte del TAR, il 22 luglio, del ricorso presentato dal Consorzio Coema. A marzo scorso era stato annullato il provvedimento del Ministero dello Sviluppo economico di intesa preliminare tra il gestore dei servizi energetici e il Coema per lo sblocco dei 500 milioni di soldi pubblici.
Parliamo comunque di una intesa preliminare su cui avrà l’ ultima parola la Regione Lazio che dovrà decidere se sbloccare i 500 milioni di euro previsti per la costruzione dell’impianto, e lo dovrà fare entro il 22 novembre, data in cui scadrà l’ A.I.A. Sempre che la giunta Zingaretti decida di rinnovarla.
La strada percorsa da chi, per anni si è battuto contro la realizzazione del mega impianto e per la chiusura della discarica di Roncigliano sembra tornata ad essere in salita.
Ma è bene che si sappia che non ci faremo scoraggiare da questo nuovo scenario, che continueremo a difendere il nostro territorio già brutalmente provato dalla discarica, responsabile dell’inquinamento delle falde acquifere, dalla cementificazione massiccia, e in generale da una gestione territoriale interessata al profitto e non alla salute e alla vivibilità del territorio.
Siamo convinti che la gestione del ciclo dei rifiuti debba essere pubblica e partecipata, che i 500 milioni di euro debbano essere spesi per la sanità pubblica, per migliorare la mobilità e dunque incrementare il trasporto pubblico e per la riqualificazione delle scuole.