Come compagni e compagne dei Castelli Romani che da anni si battono contro il progetto di costruzione di un inceneritore ad Albano e contro la discarica che, con le sue montagne di terra e rifiuti, da trenta primavere, appesta queste zone, vogliamo portare tutta la nostra solidarietà agli arrestati e arrestate No Tav nel giorno 9 dicembre scorso e a chi è stato malamente risvegliato dall’irruzione delle forze del disordine. Per noi che siamo tornati da poco dalla Valle ciò che salta agli occhi è un territorio da cui prendere continui e utili spunti di coesione nella lotta e per il concreto ostacolare l’avanzata dei lavori. Non ci sono giochi di egemonia nelle lotte di chi si vuole opporre alla costruzione di un’opera che devasta la nostra terra e di cui solo noi uomini e donne possiamo esserne il braccio redentore. Al cantiere che ha deturpato già abbastanza un’intera vallata, alla militarizzazione e alle truppe di occupazione si è risposto con manifestazioni,blocchi, assalti al cantiere, presidi e con sabotaggi ai danni delle ditte che portano avanti questa tirannide, scardinando la logica dell’ “ormai non si può più far nulla”. Modalità di lotta che si sono miscellate nel dire No al Tav in Val Susa, senza criminalizzarsi vicendevolmente. A fare questo lavoro, infatti, basta lo Stato (e i mass-media) con la sua repressione, con i gas cs, con la demonizzazione di un intero movimento usato a spettro di terrorismo in tutto il paese. Esprimere solidarietà significa in primis non abbandonare i compagni/e che cadono nelle mani del potere ma anche fare proprie delle pratiche di lotta, diffondendole e riproducendole in un’ottica qualitativa che dia slancio e capacità d’impatto contro un controllo che diviene ormai sempre più capillare.
Terrorista è lo Stato e non chi difende i proprio territori dalla speculazione e devastazione.
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò Liberi subito
Tutte e tutti liberi
No Inc – No Tav
‘A sarà dura