22 Febbraio – giornata di mobilitazione nazionale NO TAV
Il 9 dicembre scorso sono stati arrestati Claudio, Mattia, Niccolò e Chiara in un’operazione repressiva contro il movimento No Tav, con l’accusa di aver partecipato ad una iniziativa in Clarea, che avrebbe recato danni ad alcuni mezzi e strutture del cantiere che sta devastando il territorio della Val Susa. Dopo un periodo nel carcere torinese sono stati trasferiti nelle celle di alta sicurezza di Alessandria (Nicolò e Mattia), Ferrara (Claudio) e Roma (Chiara). Una delle imputazioni è quella di associazione sovversiva con finalità di terrorismo che, come tutti/e ricordiamo, risale al periodo fascista e che sempre più spesso viene usata per colpire e incarcerare preventivamente. Da tempo la lotta in Val Susa ha insegnato la necessità dell’azione diretta in difesa del proprio territorio, scavalcando ogni rappresentanza politica e destando anche per questo preoccupazione nelle fila del governo che gioca proprio a criminalizzare un intero movimento, con la complicità spietata dei mass-media. La repressione in Valle deve servire da esempio per chi nei propri territori si oppone a inceneritori, discariche, grandi opere, licenziamenti e tagli, basi militari. L’unica opposizione possibile è quella che grida a gran voce, quella che rimanda a tecnici e specialisti che presentano numeri e perizie per ottenere consensi o quella che si pratica nei confini della “legalità”. Quando un movimento mette in gioco la propria forza e si dimostra catalizzatore di pratiche e attitudini differenti, arriva il manganello, il gas lacrimogeno, la militarizzazione del territorio e, quando tutto ciò ancora non basta a fermare una lotta che non conosce frontiere, arriva il carcere e l’alta sicurezza. Claudio, in particolare, dopo il trasferimento nell’As2 di Ferrara, si trova in isolamento in una sezione che per definizione è già di isolamento, data l’impossibilità di convivere con gli/le altri/e detenuti/e; lo stesso trattamento era stato riservato anche a Chiara, anche se dopo ventiquattro ore le è stata data la possibilità di fare socialità con le altre detenute, tutt’ora non può ricevere visite se non dei familiari; Nicolò e Mattia, avendo il divieto di incontro, si alternano nell’ora d’aria che per questo viene loro dimezzata. Come hanno scritto i familiari dei quattro compagni in un appello: “I nostri figli, fratelli, sorelle hanno sempre avuto rispetto della vita degli altri. Sono persone generose, hanno idee, vogliono un mondo migliore e lottano per averlo. Si sono battuti contro ogni forma di razzismo, denunciando gli orrori nei Cie, per cui oggi ci si indigna, prima ancora che li scoprissero organi di stampa e opinione pubblica. Hanno creato spazi e momenti di confronto. Hanno scelto di difendere la vita di un territorio, non di terrorizzarne la popolazione.” La lotta della Val Susa non si arresta tra quelle montagne, perché il Tav è dappertutto, perché le merci viaggiano già ad alta velocità e quei treni insieme ad esse portano sfruttamento su tutto il pianeta. Il controllo capillare, la sorveglianza e soprattutto la repressione non fermeranno chi difende con ogni mezzo la propria terra da devastazione e nocività, anzi verrà combattuta attraverso il supporto e la solidarietà, perché anche quello che chiamano “ordine pubblico” è solo l’interesse a mantenere saldo e al sicuro il privilegio economico di pochi.
Il 22 febbraio sarà una giornata per contrastare la violenza dello Stato, la calunnia dei suoi mass-media e per la libertà della Val Susa, dalle mafie, dai potenti e dai militari; contro la continua tortura giuridica che colpisce quella lotta e per gridare, ognuno con i propri mezzi.
CLAUDIO MATTIA NICCOLO’ CHIARA LIBERI SUBITO.
In solidarietà con tutti/e i/le No Tav imputati e indagati.
Sabato 22 febbraio dalle 16.00 in via monte bianco in ricordo di Valerio Verbano
Domenica 23 febbraio dalle 15.00 al pratone in fondo a via Bartolo Longo per un saluto a Chiara
Oggi come ieri, Terrorista è lo Stato!