Le lotte sociali non si arrestano. Liber* tutt*

La mattina del 13 Febbraio abbiamo avuto l’ennesima conferma di come viene gestito dalle forze dell’ordine e dai poteri alti il dissenso verso le gravi ingiustizie sociali che colpiscono il paese. Il diniego verso una politica scellerata, troppo impegnata a far tornare i conti e mai così distante dalle persone che subiscono ogni giorno i capricci dei palazzi del potere, ha come unica risposta la repressione, esplicitata in tutte le sue forme.

 E’ così che abbiamo appreso con rabbia la notizia di 17 provvedimenti repressivi, tra cui 7 arresti, che vanno a colpire molto duramente una parte di chi lo scorso 31 ottobre proseguiva un percorso di lotta politica, cercando di riportare al centro del dibattito temi fondamentali, troppo spesso dimenticati, o a guardar meglio, volutamente accantonati da chi su tali temi trae i propri profitti e continua a speculare, o anche, più semplicemente, non ha alcuna risposta credibile da dare.

Non solo non accettiamo le risposte repressive, ma ancor di meno sopportiamo gli sbeffeggiamenti che dietro queste si nascondono. Leggiamo infatti di capi d’imputazione assurdi, come ad esempio quello di “rapina pluriaggravata”. Ribadiamo, e continueremo sempre a farlo, che di rapina si tratta effettivamente, ma non da parte di chi cerca di riprendersi la dignità che gli è stata ingiustamente sottratta. La vera rapina la compie chi ogni giorno devasta i territori, specula su di essi e su chi vi abita e li vive; la vera rapina è portata avanti da chi quotidianamente tenta di privatizzare quel poco di pubblico che ancora c’è rimasto; la rapina degna di questo nome è di chi continua a cercare ad ogni costo il profitto, senza scrupolo alcuno.

Esprimiamo pertanto piena solidarietà e complicità ai 17 attivisti colpiti da tali misure repressive.

Continuerete a trovarci sempre per le strade, pronti a difendere le nostre vite e la nostra dignità.

OCCUPAZIONI  PRECAR*  STUDENT*

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