#PuzzaCheAccora: il testo del volantino distribuito al corteo no inc del 26 ottobre.

1394399_226287604207637_1051368537_nSono parecchi mesi che i rifiuti di una parte della città di Roma vengono ospitati nella discarica dei Castelli Romani; a Roncigliano infatti continua quotidianamente l’attività di interramento di rifiuti urbani non trattati da parte della Pontina Ambiente. In questi mesi gli abitanti della zona e dei Castelli Romani si sono autorganizzati con  presidi per monitorare l’entrata e l’uscita dei compattatori e per tenere viva l’attenzione su un sito che esiste ormai da trentanni. Ci si è accorti che oltre alle ditte autorizzate a sversare nella discarica entrano in maniera assidua altri camion che, con una potenza di compattazione ben superiore a un normale mezzo (si parla di immondizia in metri cubi), fanno salire la stima di quantità giornaliera di rifiuti dalla capitale; una parte di questi proviene dal megatritovagliatore di Rocca Cencia e finisce direttamente nel VII invaso della discarica, quello che da tempo non permette più agli abitanti del Villaggio Ardeatino di vedere a nord il paesaggio. Durante i presidi si è cercato di costruire una rete con altre realtà che lottano contro le discariche e gli inceneritori e il 21 ottobre in tanti e tante si è percorso in bicicletta il tragitto che collega Roncigliano alla Falcognana, dove continua la minaccia della costruzione di una nuova discarica che dovrebbe sostituire quella di Malagrotta, satura già da parecchi anni e oggetto di diverse proroghe degli amministratori di turno; la via in questione è l’Ardeatina, tratto a sud di Roma dove il progresso tecnologico ha già abbastanza devastato il territorio con discariche specifiche, industrie chimiche e cave per l’eternit e dove, in particolare a Roncigliano, sono tuttora stoccati i materiali per costruire l’inceneritore di Albano che dovrebbe sorgere al fianco dello stesso VII invaso. In questa zona e in tutto il territorio le malattie sono sempre più in aumento, i cittadini non riuscendo a respirare sempre più sono costretti a recarsi al pronto soccorso, e sulla scia di ciò che accade e aumenta in queste zone si è deciso di condividere l’appello lanciato dalla Campania sotto il nome di Stop Biocidio in opposizione a chi ha deciso di condannare a morte una fetta di terra e chi la vive. Il totodiscarica è stato al centro dei dibattiti di questi mesi ma l’unica cosa che ne esce fuori è la determinazione dei cittadini ad opporsi in qualunque territorio all’apertura di una nuova grande discarica. Dove a nessuna amministrazione interessa gestire diversamente l’immondizia, dove i piani di raccolta differenziata sono inesistenti o malgestiti, ci sono cittadini davanti ai cancelli pronti a bloccare qualsiasi ulteriore opera di speculazione da parte dei potenti di turno. Non spaventa la repressione quando si tratta di riprendere in mano la propria terra e difenderla da chi l’avvelena tutti i giorni.
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E’ ORA DI CAMBIARE ARIA
#noinceneritorealbano
#puzzacheaccora
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