Da poco meno di un mese, il consiglio comunale di Ariccia ha approvato l’ennesimo impianto di trattamento speciale di rifiuti.
Il nuovo regalo dovrebbe sorgere sulla via nettunense, a pochi km dal centro abitato e dalla trentennale discarica di Roncigliano.
La notizia è arrivata come sempre accade, quando l’iter autorizzativo era giunto quasi a conclusione. Nel silenzio generale. Ancora una volta, nessuna istituzione ha chiesto parere a coloro che su questo territorio ci abitano. Siamo andati a curiosare sul sito “città metropolitana” ma i documenti, riguardanti il progetto, sono al momento non leggibili, non scaricabili.
Nonostante le informazioni inesistenti, ci è possibile avanzare qualche considerazione di buon senso. La prima, riporta alla memoria l’incendio che nel maggio scorso distrusse la Eco X di Pomezia causando la dispersione nell’aria di qualsivoglia schifezza, amianto compreso. In quell’occasione, a disastro ormai consumato, dicemmo che non si poteva lasciare in mano ai privati, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti perché, molto banalmente, più propensi a mantenere alti i profitti che a tutelare la salute collettiva. Altra considerazione che avanziamo è l’enorme quantità di impianti inquinanti intorno a Roma.
Inceneritori, discariche, impianti a biogas,tmb, turbogas, industrie chimiche, progetti speculativi volti a favorire i palazzinari di ogni colore politico. Tutto ciò è inaccettabile .
È necessario tornare a decidere sulla gestione, lo sviluppo dei nostri territori, come facemmo per bloccare la costruzione dell’inceneritore di Albano.
Non è accettabile sottostare al ricatto tra posti di lavoro e impianti inquinanti. Non lo è perché il lavoro deve essere salubre per chi lo svolge , perché i costi sociali e ambientali prodotti da questo tipo di sviluppo sono altissimi e sempre a carico della collettività. Perché molti sono gli esempi di “sviluppi industriali” spesso incentivati con soldi pubblici, che hanno devastato il territorio per anni e poi licenziato coloro che vi lavoravano non appena i profitti calavano.
Ancora una volta è necessario tornare a difendere il nostro territorio e la nostra salute