L’incendio della discarica di Albano riguarda tutti noi

Giovedì sera, 30 giugno, ha preso fuoco la discarica di rifiuti di Roncigliano. Per la precisione, l’impianto di trattamento dei rifiuti. La cronaca è già stata abbondantemente veicolata dai quotidiani locali e non. L’impianto che ha preso fuoco, il TMB serve a separare i rifiuti per tipologia, carta, plastiche, organico, vetro. Una volta separati, la maggior parte dei rifiuti è destinata all’interramento senza che vi sia un reale recupero.

Quello che dovremo provare a riprendere è la riflessione sulla gestione del ciclo dei rifiuti che continua ad essere attuata in provincia di Roma nonostante le numerose inchieste, l’ultima delle quali ha portato all’arresto del magnate dei rifiuti Manlio Cerroni. Inchieste, danni alla salute,inquinamento delle falde acquifere e
dell’ambiente non hanno prodotto un cambiamento di rotta verso la strategia zero e un principio di prevenzione vero. Insomma l’ambiente e la salute di molti sacrificati sull’altare dei profitti di pochi.
In pochi anni, altri due impianti  TMB sono andati a fuoco. Quello di Paliano e quello al Salario, rispettivamente di proprietà di ACEA e AMA. Ora, quello di Roncigliano, per buona pace della salute di tutti noi.

I primi dati forniti dall’Arpa relativi allo stato dell’aria sono rassicuranti; peccato si riferiscano a zone, quella di Ciampino e quella dell’Eur, che non sono state interessate dalla nube prodotta dall’incendio. Proprio sull’Arpa e sulla Asl dovremmo oggi concentrarci, facendo pressione su questi enti affinché diano risposte certe il più velocemente possibile sulla situazione ambientale dei Castelli Romani e zone limitrofe dopo l’incendio della discarica.
Non bisogna essere degli esperti per immaginare l’impatto che l’incendio di tonnellate di rifiuti indifferenziati, plastica e rifiuti chimici avranno sulla salute delle persone e sui terreni coltivati nelle aree circostanti la discarica. Diossine e sostanze inquinanti, poi, avranno ricadute anche in quelle zone distanti dalla discarica che sono state interessate dalla nube.
Questo a riprova del fatto che la discarica non è un problema solo di chi vive a Roncigliano.

Da dove ripartire? Da quel meccanismo virtuoso di partecipazione avviato dai tanti che si sono messi in gioco per bloccare l’inceneritore e che ha permesso di vincere quella battaglia. Ripartire da questa vittoria, da metà strada. Dovremmo tornare a guardare la bellezza che ci circonda, quella del nostro territorio, e tutelarla. Dovremmo tornare a costruire legami di solidarietà tra noi e aprire nuovi spazi decisionali e avere voce in capitolo sulle questioni che ci riguardano invece che subirle dall’alto. Non solo per quanto concerne la questione dei rifiuti.

Siamo convinti che esista una buona politica, ed è quella che viene dal basso, da chi vive e conosce i propri territori. L’unica in grado di avviare un meccanismo virtuoso di trasformazione di una società in crisi che produce solo inquinamento e devastazioni. Finalmente i sigilli alla discarica sono stati messi. Noi dovremo lottare affinchè rimanga chiusa, per una vera bonifica e per evitare che questo disastro diventi il pretesto per imporre nuovi impianti dannosi, come l’inceneritore, sui nostri territori.

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