Il nemico è chi sfrutta, non chi è sfruttato.

Leggiamo sui giornali locali cronache piuttosto fantasiose su quanto avvenuto il pomeriggio di venerdì 14 settembre a Rocca di Papa.
Fantasiose ed errate sicuramente rispetto ai numeri della manifestazione di Casa Pound: chi parla di 200 manifestanti sbaglia per eccesso e di molto. Le presenze in piazza della formazione di estrema destra arrivavano sì e no alle 60 persone e ben poche venivano dai Castelli. Il presidio antifascista, invece, contava più di cento manifestanti, tutti della zona.
Le cronache appaiono fantasiose e tendenziose anche rispetto alla descrizione globale degli eventi. Ripropongono, infatti, una narrazione tossica, intrisa di cliché, rispolverando il mito degli “opposti estremismi”. Secondo i cronisti a Rocca di Papa si sono fronteggiate due fazioni opposte “i rossi” e “i neri”; alcuni parlano di una manifestazione finita “con un nulla di fatto”, come se fosse un derby calcistico.
Quello che è successo venerdì 14 settembre a Rocca di Papa è molto diverso. Ad una formazione fascista, che dovrebbe essere messa fuori legge se solo si rispettasse il dettato costituzionale, è stato permesso di occupare la piazza principale di Rocca di Papa. Occuparla per diffondere messaggi di odio e di violenza: odio contro i migranti, con slogan razzisti e xenofobi. È stato concesso spazio ad un partito violento, finanziato in modo criminale e che fa affari con le mafie.
Di fronte a questo scempio alla democrazia e alla convivenza civile gli antifascisti e le antifasciste dei Castelli Romani sono scesi in piazza per ribadire che l’antifascismo è il valore fondante del nostro paese. Per affermare che le autorità non dovrebbero concedere spazio a chi propaganda odio e violenza. Noi abbiamo ribadito che nel nostro territorio non c’è posto per il razzismo, che la società che vogliamo è multiculturale, aperta all’altro e inclusiva. Che laddove il sistema di accoglienza non funziona non è per colpa dei migranti (che sono i primi a soffrirne), ma degli italiani criminali che speculano e delle istituzioni inadempienti. Abbiamo ribadito che la propaganda dei fascisti è falsa: se le condizioni di vita della popolazione sono peggiorate non è colpa di un pugno di migranti che arrivano nel nostro paese scappando da guerre e miseria, ma è responsabilità diretta delle scelte economiche e sociali prese da governi di differenti colori ma tutti di stampo neo-liberista, da Berlusconi, Monti, Renzi, fino a quello attuale. Non sono gli ultimi i nostri nemici ma chi ci sfrutta, chi erode i nostri diritti, chi restringe gli spazi di libertà con la repressione, chi ci rende precari e schiavi nel mondo del lavoro, chi taglia la spesa pubblica.
Abbiamo affermato le nostre parole d’ordine con fermezza e con calma e senza cedere alle provocazioni. Non eravamo in piazza per scontri o risse, come qualche cronista vorrebbe affermare, ma per difendere gli spazi di libertà di tutti e tutte, minacciati dal fascismo e dal razzismo, che il governo Salvini Di Maio alimenta. Lo abbiamo fatto mentre andava in scena un paradosso: ai fascisti era permesso stare in piazza, mentre noi siamo stati controllati e minacciati dalle forze dell’ordine. Forze dell’ordine che per “controllarci” hanno impedito il passaggio e la mobilità anche ai cittadini di Rocca di Papa. Questi, però, hanno ben capito che i loro disagi non erano causati dal nostro presidio, con cui hanno solidarizzato e a cui si sono uniti, ma dalla scelta di concedere la piazza a CasaPound. Le forze dell’ordine, di fatto, invece di essere al servizio della popolazione le hanno causato disagio e hanno lavorato per proteggere un gruppo di fascisti.
Vorremmo ricordare, infine, che non ci si può dire democratici se non ci si dice antifascisti, perché è dalla Resistenza al fascismo che è nata la nostra Repubblica, perché i valori della giustizia sociale, dell’uguaglianza, della libertà e della tolleranza sono gli unici che possono orientare il nostro futuro. Forse qualcuno ha dimenticato che Casa Pound è erede di quel partito che in Italia uccise la libertà, che confinò chi la pensava diversamente, che creò un sistema totalitario e violento, che portò il paese alla Seconda Guerra Mondiale. Noi continuiamo a ricordarlo, come abbiamo fatto impedendo la sepoltura ad Albano del boia delle Fosse Ardeatine Erich Priebke nel 2013. Lo ricordiamo anche a quelle autorità che continuano a dare spazio ai fascisti e a quei cittadini che abboccano alla loro becera propaganda. Il nostro territorio ha avuto una storia di opposizione al fascismo, di resistenza, di lotta e solidarietà. Noi non la lasceremo cancellare e continueremo a tenerla viva. Nopasaran!

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