TUTTI ASSOLTI

Una buona notizia, a cinque anni di distanza si chiude uno dei processi che hanno riguardato la lotta contro l’inceneritore di Albano. Era il 14 aprile 2012, quando migliaia di persone attraversarono le strade di Albano per impedire l’avvio del cantiere del termovalorizzatore e l’ampliamento della discarica di Roncigliano.
A cinque anni dai fatti tutti gli imputati di quel processo, il 28 luglio 2017, sono stati prosciolti per non aver commesso i fatti che la procura gli addebitava.
Una battaglia durata 8 anni e vinta grazie all’impegno e alla volontà di costruire un fronte, un ragionamento collettivo contro l’ennesima speculazione, un luogo di reale democrazia dove prioritari fossero i bisogni di noi tutti. Un esempio di buona politica, costruita dal basso  da chi vive i territori.
400 milioni di euro i soldi pubblici che sarebbero finiti nelle tasche di Ama, Acea e Colari, quando si sarebbero potuti utilizzare per migliorare la vita di tutti noi investendoli in servizi sociali, nella scuola, nei trasporti, nella sanità. Uno spreco di acqua che a raccontarlo oggi, in piena crisi idrica, sembra uno scherzo. Un attacco alla salute pubblica. Oggi lo ribadiamo: per fortuna che ci siamo stati.
Moltissimi furono gli appuntamenti pubblici, cortei, assemblee, luoghi di discussione collettiva.
Una battaglia che ha per il momento scongiurato la realizzazione dell’impianto ma che non è riuscita a mettere in discussione l’intera gestione dei rifiuti. La discarica di Roncigliano è ancora lì, nonostante i processi per traffico illegale di rifiuti che hanno colpito coloro che la gestivano, l’incendio del 30 giugno 2016. Oggi si paventa l’ipotesi di una sua riapertura.

Molta è la strada ancora da percorrere. La bonifica della discarica di Roncigliano, il miglioramento della raccolta differenziata con tracciabilità del rifiuto, il blocco del progetto di revamping sull’inceneritore di Colleferro, a 20km da qui, il ritiro di ogni autorizzazione per le centrali a biogas.
 E ancora, il blocco di ogni progetto speculativo per la salvaguardia del parco dei Castelli Romani.
Tanta strada ma forse si potrebbe ripartire e prendere esempio proprio da quel movimento popolare che ci ha permesso di tornare a decidere sulle nostre vite.

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