Da Macerata all’Italia per non arrendersi al fascismo e al razzismo

 

All’indomani della manifestazione di Macerata, proviamo a condividere qualche riflessione.

In migliaia abbiamo risposto all’appello, voluto con forza e coraggio, dalle realtà sociali maceratesi. In migliaia, uno di fianco all’altra, abbiamo camminato per le strade della cittadina marchigiana, a Milano, Torino, Piacenza, Brescia, Cosenza, Mantova, Palermo in risposta a chi alimenta il terrorismo nero.

Quella di ieri è una fotografia della società che non ha nessuna intenzione di arrendersi alla violenza razzista con cui quotidianamente deve fare i conti ma che reagisce con coraggio, rabbia, determinazione alla guerra scatenata dell’alto a chi sta più in difficoltà, alla guerra scatenata da quel 20% di popolazione che detiene il 66% di ricchezza. Perché il punto è proprio questo, il colore della pelle, la religione, la diversità sono sempre stati i capri espiatori per far sì che chi detiene ricchezze e potere possa continuare ad averli e ad accrescerli. La violenza contro le donne la fanno gli uomini e non ha passaporto. Avviene soprattutto nei luoghi familiare alle donne.

Nessun uomo o donna proveniente da altra area geografica, ha mai contribuito ad approvare leggi volte a precarizzare le nostre vite, a smantellare i servizi essenziali. Nessuna di queste persone ha mai approvato leggi che innalzassero l’età pensionabile o che contribuissero a smantellare l’istruzione pubblica.

Nessuna persona senza passaporto ha mai ristretto spazi di libertà e democrazia, semmai hanno contribuito ad aprirli, violando a caro prezzo frontiere e confini. Ma sulla loro pelle, si stanno avallando politiche che restringono gli spazi di libertà e di democrazia per tutte e tutti.

Ieri il segnale è stato trasmesso forte e chiaro, nessuna campagna elettorale, nessuna strumentalizzazione sul corpo delle donne e sulla pelle di chi scappa da guerre, fame, cambiamenti climatici e dal neocolonialismo che ha costretto nazioni intere alla miseria e alla povertà perenni. O da chi, come molti di noi, aspira semplicemente a una condizione di vita diversa e decide di spostarsi dal proprio paese. Nessuno più deve morire nel tentativo di raggiungere un futuro migliore.

A nulla è servito il teatrino dei mass media per alimentare la paura. A nulla è servito il becero tentativo della dirigenza di Arci e Anpi di annullare una manifestazione che non avevano nemmeno promosso, prestandosi al brutto gioco di chi ha tutto l’interesse ad alimentare la teoria delle opposte fazioni. Un gioco condotto abilmente dal Partito Democratico e dal Ministro Minniti che è stato però sconfitto dalla determinazione delle migliaia di persone scese in Piazza a Macerata.

Un teatrino che dimostra che, dopo aver governato con la destra, dopo aver contribuito a smantellare i diritti dei lavoratori, dopo aver realizzato politiche migratorie criminali, il Partito Democratico abbandona definitivamente anche l’antifascismo. Meglio così, chi aveva ancora dei dubbi oggi non li può più avere: il PD non è un partito di sinistra.

Bene hanno risposto le tante sezioni locali che hanno disobbedito ai loro vertici, partecipando a tutte le iniziative promosse nella giornata di ieri, consapevoli che in gioco c’è il futuro di tutte e tutti noi e lo scontro tra chi vuole erigere una società sulla paura, l’odio, l’intolleranza e chi una società fondata sulla solidarietà, la giustizia sociale, la libertà.

Ieri siamo tornati e tornate a respirare aria pulita, è questa la sensazione avvertita da tanti e tante. Siamo tornate e tornati a casa con il sorriso e, nonostante l’aria gelida che ci ha accolto a Macerata, con quel calore che solo il noi collettivo sa dare.

Torniamo nei nostri territori, alle nostre lotte e battaglie quotidiane, un po’ più forti, carichi, con la consapevolezza che in questo paese, al di là di quello che ci raccontano giornali e televisioni, c’è chi guarda con dignità al futuro e alla bellezza che questo ci offre.

Il lavoro da fare è ancora molto, sappiamo che la strada per ricostruire quei rapporti di forza per rovesciare chi ci fa la guerra è ancora lunga. Ieri abbiamo segnato un punto importante, non abbiamo nessuna intenzione di fare passi indietro di fronte alla barbarie

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